Passivo, Aggressivo o Assertivo. Qual è il tuo stile relazionale?

Ti sei mai chiesto se il tuo modo di metterti in relazione con l’altro sia adeguato?

Negli ultimi periodi mi sono interrogata molto su questa complessa questione. Come sarà capitato a molti di voi, di recente, mi sono ritrovata a dover stare in relazione con una persona con la quale non ci sono stati da subito i presupposti per creare un buon rapporto (ahimè con una certa disparità di ruolo, che mi vedeva in una posizione subordinata). Credo che nella vita bisogna fare di necessità virtù e così ho deciso di scrivere questo articolo. 

Molte persone sono inconsapevoli rispetto a:

  • Lo stile con il quale si rapportano agli altri
  • Come il proprio modo di relazionarsi possa creare dei problemi nei rapporti con gli altri
  • Come reagire e porsi di fronte a persone che non stanno avendo un buon comportamento nei nostri confronti (come ad esempio è capitato a me).

 

In questo articolo approfondirò quelli che sono i principali stili comportamentali che possono essere tenuti nelle relazioni con gli altri e cercherò di delineare quale è lo stile migliore da adottare. Illustrerò inoltre le conseguenze di ogni stile, in modo che ognuno di voi possa operare una riflessione rispetto al proprio comportamento nelle relazioni.

Partiamo dal presupposto che ognuno di noi adotta modalità relazionali diverse a seconda:

  • Del contesto
  • Della persona che ha di fronte
  • Del ruolo nel quale si trova ad agire
  • Del tempo (infatti il nostro modo di relazionarci oggi, può essere ben diverso da quello che adottavamo 10 anni fa).

 

Tutte queste variabili influenzano il nostro comportamento, ma il nostro stile relazionale resta tendenzialmente costante nelle varie macro aree della nostra vita.  Ad esempio posso essere passivo in famiglia e aggressivo a lavoro. Lo stile che adotto in ciascuna area tenderà a rimanere piuttosto stabile. 

Conoscere il proprio stile relazionale ci permette di diventare più consapevoli di quali sono le modalità più o meno funzionali che adottiamo. Se il nostro stile non è funzionale è probabile che indurremmo in noi o in chi abbiamo di fronte, delle emozioni negative che potrebbero alimentare una cattiva comunicazione. Diventare capaci di riconoscere il nostro stile relazionale ci consentirà di riconoscere anche quello dell’altro e di modulare le nostre risposte qualora l’altra persona adottasse nei nostri confronti degli atteggiamenti che non ci piacciono.

Vediamo adesso quali sono questi stili relazionali e comunicativi.

Comportamento Passivo

Chi adotta uno stile relazionale passivo è una persona che:

• Fa fatica a esprimere sé stessa, i propri bisogni, desideri, opinioni, emozioni.
• Pone le opinioni, i pensieri, i desideri altrui come prioritari.

Questa persona perde di vista sé stessa, sottoponendosi al volere altrui. La persona che adotta uno stile passivo ha l’obiettivo ultimo di evitare qualsiasi tipo di conflitto, finendo così per non esprimere le proprie opinioni e idee.    

Le emozioni tipiche che prova sono:

  • Ansia
  • Tristezza 
  • Paura 
  • Frustrazione
  • Rabbia non espressa (diretta verso di sé per non essere stato in grado di esprimersi, di far valere un proprio bisogno).

 


Il principale pensiero disfunzionale che accompagna questo stile è il bisogno assoluto di ottenere approvazione e affetto da tutte quelle persone ritenute importanti nella propria vita e di essere sempre competente e all’ altezza in tutto quello che si fa. Questi pensieri portano inevitabilmente a provare un eccesso di ansia per quello che può pensare l’altro di me ed emozioni di tristezza e rabbia autodiretta in merito all’incapacità di far valere i miei pensieri e opinioni.

I comportamenti conseguenti della persona con stile passivo, saranno dunque i seguenti:

  • La non espressione e il non ascolto di quello che voglio, di cui avrei bisogno
  • Cercare di evitare i conflitti
  • Aderire alle aspettative altrui
  • Tendenza al perfezionismo
  • Tendenza al controllo e alla ricerca di rassicurazioni e conferme.

Ti è capitato di relazionarti in questo modo nei rapporti? Di far fatica a manifestare te stesso, i tuoi bisogni? Di essere in disaccordo con qualcuno ma di non riuscire a manifestarlo? Oppure ti è mai capitato di ricevere una richiesta, un favore al quale volevi dire no, ma non sei riuscito a farlo?

Comportamento Aggressivo

Lo stile aggressivo viene adottato da chi:

• Agisce per soddisfare unicamente i propri bisogni prevaricando sugli altri
• Ritiene di essere sempre nel giusto
• Accusa gli altri di colpe e responsabilità

In questa persona vi è un bisogno intrinseco di mostrarsi sempre all’altezza, adeguata e forte, con una concezione di forza che si traduce in “devo essere il migliore”, “se non ti imponi e non sei forte subisci”. L’obiettivo ultimo è quello di dominare e vincere sull’altro.

Le emozioni che accompagnano questo stile sono:

  • Rabbia esplosiva
  • Senso di colpa (emerge tendenzialmente dopo aver avuto reazioni esplosive e aver prevaricato sull’altro).

 

                      

Non si deve pensare solo ad esplosioni di rabbia feroci in questo tipo di comunicazione, non sempre almeno. Molte volte l’emotività è contenuta, ma il messaggio che passa è che “io ho ragione e tu hai torto”.
La persona che adotta questo comportamento non è empatica, non si pone nella prospettiva altrui, non si domanda quali possano essere le ragioni, i desideri, i pensieri dell’altro, ma per lui/lei esistono solo i propri. Non c’è flessibilità, lo stile comunicativo è rigido e improntato unicamente su sé stessi.
Quante volte ti è capitato di adottare questo stile comunicativo? Quante volte ti è successo di agire con forza esprimendo solo il tuo punto di vista e la tua ragione, senza considerare quella altrui? Ti vengono in mente degli episodi?

Vediamo adesso quali sono le conseguenze di questi due stili.
In entrambi i casi, l’adozione di uno stile passivo o aggressivo, porta a costruire scambi sociali e relazioni con non poche problematiche. 

Conseguenze del comportamento passivo

Se ti sei accorto di adottare molto spesso uno stile passivo, prova a pensare ad alcuni episodi nei quali questo è accaduto. Prendi un foglio e dividilo in tre colonne, nella colonna di sinistra (N.1) descrivi la situazione, con chi eri, dove, in quale momento della giornata e cosa stava accadendo. Nella colonna centrale (N.2) scrivi cosa hai pensato come ti sei comportato e cosa hai provato. Nell’ultima Colonna (N.3) scrivi come si è comportato l’altro. La comunicazione non è unilaterale e lineare, ma circolare e complessa, fatta di continui scambi; per questo prova a scrivere tutti gli scambi comunicativi sul foglio. Nella colonna centrale (N.2) scrivi tutto ciò che hai pensato, detto, fatto e provato, nella colonna N.3, scrivi tutti i feedback che ti ha mandato l’altra persona e così via… Se il vostro scambio relazionale ha avuto molte interazioni le colonne N. 2 e 3 saranno belle corpose e ti consentiranno di avere una visione più schematica della dinamica. Tieni presente che comunichiamo non solo con le parole ma anche con il tono della voce, con i gesti, gli sguardi, con i silenzi.  

                                                        

Il fatto che tu faccia fatica ad esprimere te stesso e i tuoi bisogni, porterà l’altro nel tempo, a costruirsi l’immagine di te come una persona sempre disponibile, che non ha molto spesso un’opinione sulle cose, che accetta qualsiasi condizione e a cui è possibile chiedere tutto, “ tanto mi dirà di si!”. Questo aumenterà in te un senso interno di rabbia e frustrazione, facendoti entrare in un circolo dal quale sarà faticoso uscire. Per la serie “ ho sempre detto sì, non mi sono mai opposto, come faccio a farlo adesso? Non posso farlo”, “se dico no mi sento in colpa”. Qui non si discute la disponibilità, il fatto di essere carini e gentili, ma il fatto che come ogni modalità se è estrema, che sia l’eccesso di gentilezza o l’eccesso di egoismo, non è sana e non aiuta la persona ad avere delle buone relazioni.

Conseguenze del Comportamento aggressivo

Prova a fare la solita cosa se ti sei accorto di adottare frequentemente dei comportamenti aggressivi. Descrivi nella colonna sinistra del foglio (N.1) la situazione nella quale è avvenuto lo scambio relazionale, al centro (N.2) quello che hai pensato, fatto e detto, con la voce ma anche con la gestualità. Scrivi  infine nell’ultima colonna (N.3) e rifletti sulla risposta che hai ricevuto dall’altro, verbale e non verbale. (Come descritto in precedenza poiché la comunicazione non è mai lineare, prova a scrivere tutti gli scambi avvenuti come spiegato nel paragrafo precedente.)
Dalla ricostruzione grafica che hai fatto noterai varie risposte e feedback che ti arrivano dall’esterno.

                                                    

Alcuni saranno intimoriti dal tuo stile comunicativo, si sentiranno in difficoltà a manifestare la loro opinione se è differente dalla tua. Chi ha uno stile simile al tuo risponderà con forza, innescando discussioni o tensioni intense nella comunicazione. Oppure potresti trovarti di fronte a chi ha una reazione molto diversa da quelle appena descritte. Rapportandosi a te assertivamente.

Ma che cosa significa avere uno stile assertivo? Ne hai mai sentito parlare?

Comportamento Assertivo

Il comportamento assertivo è uno stile comunicativo nettamente più funzionale dei due appena presentati.
L’assertività è un’abilità fondamentale per avere dei buoni rapporti. Essa ci consente di esprimere noi stessi, i nostri bisogni, le nostre idee, opinioni, senza però prevaricare gli altri. Il comportamento assertivo consente di adottare uno stile relazionale adeguato in base al contesto, di dare importanza a noi stessi riconoscendo l’importanza delle opinioni e dei bisogni dell’altro. Una sorta di: “Io sono importante ma anche tu lo sei”, “le mie emozioni e le mie opinioni hanno un valore come le tue”.

   Il comportamento assertivo presuppone:

  • Un’espressione franca dei propri bisogni, desideri, emozioni
  • Azioni adeguate allo scopo di ottenere quello che la persona desidera
  • Rispetto dei diritti altrui
  • Assenza di sentimenti di colpa, imbarazzo o rabbia poiché l’espressione dei propri bisogni è adeguata e coerente
  • Buona stima di sé

 

L’autostima è la stima che ogni individuo ha di sé stesso, delle proprie capacità, qualità, competenze. L’autostima è la valutazione che ogni individuo fa delle proprie abilità, delle proprie capacità di stare in relazione con gli altri. Inevitabilmente il concetto di autostima e di assertività sono fortemente collegati. Più ho una buona e adeguata stima di me stesso, più riconosco le mie qualità, più riuscirò anche a riconoscere i miei bisogni e ad esprimerli nei vari contesti relazionali in cui mi trovo. 

E’ possibile diventare assertivi? Essere assertivi non è semplice, ma la buona notizia è che l’assertività è un’abilità, quindi possiamo impararla.
Vi spiego come nel prossimo articolo 🙂

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