Disturbi d’ansia
L’ansia è un’emozione, spesso spiacevole e fastidiosa, ma come tutte le emozioni essa è adattiva e ci consente di affrontare situazioni importanti della vita mobilitando le giuste risorse. Essa è costituita da una componente cognitiva, ovvero i pensieri e le valutazioni cognitive che la persona fa rispetto a quella data situazione, ricordo, immagine mentale; da una componente fisiologica (o arousal), ovvero da tutti quei segnali di attivazione corporea, come il battito cardiaco accellerato, l’aumento momentaneo della pressione arteriosa, della sudorazione, la contrazione muscolare ecc.. e da una componente comportamentale, ovvero il comportamento che la persona mette in atto allo scopo di mantenere o modificare lo stato interno. L ’ansia può diventare patologica qualora la persona la sperimenti in una forma smodata tale da interferire con le sue comuni attività quotidiane. In questi casi è necessario un intervento psicologico con lo scopo di riequilibrarla ed imparare a gestirla.
Ansia generalizzata
La caratteristica principale del disturbo d’ansia generalizzato è la presenza di ansia e preoccupazione eccessive, relative a una quantità di eventi o attività. L’individuo non riesce ad arrestare la preoccupazione relativa a situazioni quotidiane, come questioni economiche, di salute, disgrazie di qualsiasi tipo che potrebbero accadere. Questa preoccupazione pervasiva ed eccessiva che caratterizza il disturbo, si manifesta sotto forma di rimuginio, vale a dire catene di pensieri negativi che si susseguono in un flusso continuo. Tale flusso di pensieri può essere percepito dall’individuo come inarrestabile, ingestibile, incontrollabile o addirittura pericoloso.
L’ansia e la preoccupazione sono associate ad almeno 3 dei seguenti sintomi:
- Irrequietezza, sentirsi tesi e con i “nervi a fior di pelle”
- Facile affaticamento
- Difficoltà a concentrarsi o “vuoti di memoria”
- Irritabilità
- Tensione muscolare
- Alterazione del sonno
Le preoccupazioni che caratterizzano questo disturbo sono eccessive e interferiscono in modo significativo con il funzionamento psicosociale, a differenza delle comuni preoccupazioni della vita quotidiana che non sono eccessive e sono percepite come più gestibili.
Attacco di panico e disturbo di panico
Gli attacchi di panico sono episodi acuti di paura e ansia intensa, nei quali la persona ha il terrore di morire, o di impazzire e perdere il controllo, caratterizzati da un’ escalation di sintomi che raggiungono il picco in pochi minuti. In questo arco di tempo si verificano 4 o più dei seguenti sintomi:
- Palpitazioni, cardiopalmo, tachicardia
- Sudorazione
- Tremori fino a grandi scosse
- Dispnea o sensazione di soffocamento
- Sensazione di asfissia
- Dolore o fastidio al petto
- Nausea o disturbi addominali
- Sensazione di vertigine, di instabilità, di testa leggera o svenimento
- Brividi o vampate di calore
- Parestesie
- Derealizzazione
- Paura di perdere il controllo o “impazzire”
- Paura di morire
Per parlare di Disturbo di Panico, gli attacchi di panico devono essere ricorrenti e inaspettati. La persona vive uno stato di persistente preoccupazione per l’insorgere di altri attacchi o per il timore di quelle che crede siano le loro conseguenze. Proprio per evitare che questi attacchi avvengano la persona inizia ad alterare in modo disadattivo il proprio comportamento, finendo così per mantenere il disturbo.
Il disturbo di panico può presentarsi anche con agorafobia.
Agorafobia
Questo disturbo è caratterizzato da paura o ansia marcate relative ad almeno due delle seguenti situazioni:
- Utilizzo dei trasporti pubblici (es. autobus, treni, bus, navi, aerei)
- Trovarsi in spazi aperti (es. parcheggi, mercati, ponti)
- Trovarsi in spazi chiusi (es. negozi, teatri, cinema)
- Stare in fila o fra la folla
- Essere fuori casa da soli
L’individuo teme o evita queste situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire oppure potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti.
Queste situazioni vengono sistematicamente evitate, le persone spesso richiedono la presenza di un accompagnatore, oppure vengono sopportate con paura o ansia intense.
Per poter parlare di agorafobia è necessario che l’ansia o la paura si scatenino ogni volta che si teme di avvicinarsi a quella specifica situazione. Il soggetto dunque evita attivamente e intenzionalmente tutte le situazioni per lui agorafobiche. La limitazione nella vita quotidiana di questo disturbo è come si può immaginare, notevole.
Ansia Sociale
Il disturbo da ansia sociale è caratterizzato da paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. L’individuo teme che manifesterà sintomi di ansia o agirà in modo tale da essere valutato negativamente dagli altri (timore di essere umiliati, imbarazzati, rifiutati, di essere considerati stupidi, deboli, pazzi, o che il loro comportamento risulti offensivo per gli altri).
Le situazioni sociali temute vengono attivamente evitate, o sopportate con paura o ansia intense. Tra queste situazioni troviamo:
- Le interazioni sociali (es. conversare, incontrare persone sconosciute)
- Essere osservati (es mentre si beve o si mangia)
- Eseguire una prestazione davanti agli altri (es. fare un discorso )
L’ansia, la paura e l’evitamento di queste situazioni causano disagio clinicamente significativo e una compromissione della funzionalità dell’individuo nelle varie aree di vita quotidiana: lavorativa, sociale e altre aree rilevanti.
Questo disturbo è molto comune nell’adolescenza, dove le paure più comuni riguardano il parlare in pubblico, andare alle feste, avere relazioni sentimentali, servirsi dei bagni pubblici, mangiare davanti agli altri ed è molto spesso associato ad alti livelli di abbandono scolastico. Se non adeguatamente trattato e risolto, questo disturbo può determinare ulteriori difficoltà nella vita adulta, come la difficoltà di avere un partner, ricoprire ruoli lavorativi che presuppongano l’interazione con l’altro e impedisce lo svolgimento di attività ricreative.
La paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto alla situazione, al contesto e al rischio di essere valutati negativamente. Alcune volte l’ansia può essere legata ad un pericolo reale, tuttavia gli individui con disturbo d’ansia sociale possono sovrastimare le conseguenze negative delle situazioni.
Fobie
La fobia specifica è caratterizzata da un’ emozione di intensa paura o ansia verso un oggetto o una situazione specifica. Le fobie possono essere verso:
- Animali (es. ragni, insetti, cani)
- Ambiente naturale (es. altezze, temporali, acqua)
- Sangue, infezioni, ferite (es. aghi, procedure mediche invasive, vedere il sangue)
- Situazionali (es. aeroplani, ascensori)
- Altro (es paura di situazioni che possono portare a soffocare o vomitare, paura di rumori forti o personaggi in maschera).
La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifica e al contesto culturale. Gli adulti con questo disturbo riconoscono che la paura è sproporzionata o irragionevole. La situazione o l’oggetto fobico, vengono attivamente evitati, oppure sopportati con paura e ansia intense. Questa condizione determina una compromissione in aree importanti della vita dell’individuo come quella lavorativa o sociale.
L’oggetto della paura può essere anche la previsione di un danno collegata a certi aspetti dell’oggetto o situazione, come la preoccupazione di perdere il controllo, di provare panico e svenire, che si potrebbero manifestare alla vista/contatto con l’oggetto fobico.
Spesso l’ansia può non comportare un disturbo clinico conclamato, ma essere comunque persistente e sgradevole a causa delle sue attivazioni fisiologiche ed i pensieri che si accompagnano ad esse; motivo per cui, anche in questi casi, un percorso psicologico al fine di regolarla può enormemente migliorare la qualità di vita della persona.