Mindful Eating

La Mindful Eating è una specifica area della mindfulness che si occupa di disturbi alimentari, difficoltà rispetto al modo di concepire il proprio corpo e il cibo, di alimentazione inconsapevole e incontrollata.
Il protocollo MB-EAT, che io adotto nel mio lavoro, nasce nel 1979 per opera di Jean L. Kristeller. Esso è rivolto sia a persone che soffrono di disturbi alimentari di tipo impulsivo, come bulimia e binge eating, sia a popolazioni non cliniche, ovvero a tutti coloro che hanno uno stile alimentare inconsapevole, con credenze disfunzionali ed emozioni problematiche verso il cibo, che li portano ad essere perennemente in “lotta” con esso. Il protocollo si rivolge anche a tutte quelle persone che fanno fatica a dimagrire, in assenza di problemi di natura medica, o che hanno intrapreso molte diete ma collezionano una storia di dimagrimento alternato a recupero di peso ricorrente. Per la mindful eating il problema non è il cibo, ma è l’atteggiamento mentale con il quale ci approcciamo ad esso. Infatti in questo protocollo si parla di “abbuffata” non necessariamente intendendo un’abbuffata bulimica, ma anche tutte quelle esperienze nelle quali perdiamo il contatto con l’esperienza alimentare. La nostra mente è da un’altra parte e questo ci porta a non fare delle scelte consapevoli rispetto al tempo e alla quantità di cibo che stiamo mangiando. Il protocollo MB-EAT si articola in 9 incontri che possono essere svolti in gruppo o individualmente. Esso affonda le proprie radici nella meditazione, integrando la pratica con tecniche della terapia cognitivo comportamentale.
Gli obiettivi raggiungibili con l’applicazione di questo protocollo sono: 

  • Diventare consapevoli del senso di fame e di sazietà per decidere se iniziare o smettere di mangiare
  • Riconoscere che non esiste un modo giusto o sbagliato di mangiare, ma diversi gradi di consapevolezza che circondano l’esperienza con il cibo
  • Dirigere la propria attenzione momento per momento al fatto che stiamo mangiando
  • Essere consapevoli che si possono fare delle scelte alimentari che supportano salute e benessere disattivando il proprio pilota automatico
  • Osservare i pensieri come semplici pensieri
  • Distinguere tra aspetti psicologici dell’Esperienza emotiva e gli stimoli della fame e della sazietà
  • Accettare le emozioni come parte dell’esperienza umana, con minore reattività ad esse
  • Essere consapevoli degli stati interni, incrementando il monitoraggio metacognitivo
  • Essere consapevoli dell’interconnessione tra la terra, gli esseri viventi, le pratiche culturali e l’impatto delle scelte alimentari su tali sistemi ( ci invita a riflettere sulle conseguenze delle scelte alimentari, le quali hanno un impatto non solo su noi, ma anche sugli altri).